Photo by Vittorio Bartolomei |
Già da bambino amavo i piccoli spazi di silenzio e luce,
i raggi del Sole che lambivano i teneri rifugi della mia fantasia.
Nell'ombra, tenue e malinconica, i colori pallidi di vecchi libri,
in fila come testimoni di un tempo che non mi apparteneva.
Tutto era divino, come le figure dei santi appese al muro,
promesse appuntate sulle pareti azzurre della speranza.
E in quel silenzio, profumato di bucato e aria fresca,
sognavo immagini lontane.
Con un brivido di paura e meraviglia, sorpeso dai miei stessi pensieri,
volgevo gli occhi all'azzurro del cielo, oltre quella stanza,
dove l'essere infinito diveniva la mia stessa essenza.
Cristiano Bartolomei
Even as a child I loved the small spaces of silence and light,
the rays of the sun that lapped the tender shelters of my imagination.
In the shadow, soft and melancholy, the pale colors of old books,
lined up as witnesses of a time that did not belong to me.
Everything was divine, like the figures of the saints hanging on the wall,
promises pinned on the blue walls of hope.
And in that silence, scented with laundry and fresh air,
I dreamed of distant images.
With a thrill of fear and wonder, surprised by my own thoughts,
I turned my eyes to the blue sky beyond that room
where the infinite being became my own essence.
Cristiano Bartolomei